Se hai letto la mia presentazione, saprai che pratico il karting da un po' di anni.. Oggi voglio raccontarti un aneddoto:
Quando andavo ancora al liceo, partecipai ad un campionato amatoriale organizzato da una pista non lontano da casa mia. Era la 3a gara del campionato e in classifica ero in lotta per il podio quando mi trovai, per la prima volta nella mia vita, a gareggiare contro un pilota professionista che all'epoca gareggiava nella categoria V8 Superstars e che tutt'ora partecipa a diversi campionati turismo (l'anno passato ha praticamente dominato il campionato TCR Italy...)
Lui era amico del proprietario della pista che gli chiese di partecipare alla gara senza fare le qualifiche, partendo ultimo.. così per divertirsi un po'.
Io ero trepidante all'idea di confrontarmi con un vero pilota; al punto da rimanere quasi deluso, dopo averlo riempito di domande, dal fatto di non aver carpito nulla che alla fine non avessi già sentito da altri piloti in televisione.. Nulla di nuovo insomma.
In qualifica mi ero classificato secondo, persi una posizione in partenza e dopo un paio di giri ero in scia al secondo, mentre il primo aveva preso un paio di secondi di margine quando accanto a me, senza neppure rendermene conto, vedo il suo inconfondibile casco giallo... mi supera.
Gli resto in scia un paio di curve, poi lui supera anche quello davanti a me e quello davanti a lui..
E' primo, dopo 3 o 4 giri non lo vedevo più.
Alla fine quella gara lui la vinse con margine, io riuscì a superare quello davanti a me ma non feci a tempo ad attaccare il secondo...
Tornato ai box mi fiondai sulle tabelle dei tempi. "Quanto cavolo andava forte?"
Tanto. Il suo best in gara era quasi 2 secondi al giro più veloce del mio giro di qualifica, ma questo non mi sorprese.. Ciò che mi lasciò stupito fu invece la mia cronologia dei tempi:
Dopo che mi aveva superato avevo abbassato i miei tempi sul giro di 7 decimi.
7 decimi?! Tempi che fino a quel momento non vedevo neppure col cannocchiale! Cosa era successo?
Gli ero rimasto in scia per 2 curve...
Due curve veloci di 90 gradi che si affrontano in pieno, eppure in quelle sole due curve, lavorando soltanto di sterzo, lui riusciva a staccarmi facendo un piccolo scatto verso l'esterno della curva prima di buttare il kart bruscamente verso il punto di corda.
Nei giri successivi avevo provato ad imitarlo, ma mai mi sarei aspettato di poter tirar via 7 decimi in due semplici curve in pieno.
Il distacco tra il suo best e il mio tempo di qualifica mi stupiva ancora meno.. Quanto avrei dato per vedere da vicino come affrontava tutte le altre curve!
Sono passati un po' di anni... Ho scelto Ingegneria e ho studiato qualcosina di dinamica del veicolo. Quel tanto che basta da poterti spiegare perchè, usando quella tecnica, si potesse essere di tanto più veloci.
Per continuare, però, se non l'hai già fatto, ti consiglio fortemente di dare un'occhiata all'articolo in cui ti parlo di stabilità e a quello in cui introduco i concetti di rollio e spostamento di carico.
Dando un "colpo di sterzo" al veicolo, si và ad introdurre una forzante in 2 sistemi oscillanti: la velocità di imbardata e l'angolo di rollio.
Quando ti parlo di sistemi oscillanti, immagina un pendolo.. La forza di gravità e l'inerzia tenderebbero a far oscillare il sistema all'infinito ma gli attriti, assorbendo energia, rallentano questo movimento fino a fermarlo.
Parlando di rollio il ruolo della forza di gravità lo assumono molle e gomme, mentre gli attriti sono generati dagli ammortizzatori.
Per l'imbardata il discorso è un po' più complicato, dato che il ruolo della forza di gravità e quello dell'attrito sono rappresentati entrambi dalle gomme e in un certo qual modo dalla dinamica delle sospensioni.
Approfondire ulteriormente questo argomento va al di là dell'obiettivo di questo articolo.
E' importante però tenere a mente, degli articoli che ti dicevo, 2 concetti fondamentali:
- La definizione di stabilità come tendenza del sistema a tornare allo stato di equilibrio. (la tendenza del pendolo a fermarsi)
- Il fatto che uno spostamento di carico maggiore implichi una minore stabilità dell'auto.
Immagina di dare una spinta al pendolo fermo in equilibrio e contare quante oscillazioni fa prima di fermarsi.
Immagina poi di dare la stessa spinta dopo aver dato al pendolo una piccola rincorsa, tirandolo in una direzione prima di spingerlo nell'altra.
Il pendolo nel secondo caso oscillerà, ovviamente, per più tempo dato che hai immesso nel sistema più energia; si può dire, quindi, che nel secondo caso hai destabilizzato maggiormente il sistema.
Quello che il nostro pilota professionista faceva mentre gli stavo in scia era fondamentalmente la stessa cosa: dare una "piccola rincorsa" all'oscillazione laterale del kart rafforzando lo spostamento di carico in modo da ridurre la stabilità del kart (e quindi renderlo più reattivo) in inserimento di curva.
Questa tecnica è piuttosto conosciuta per la sua applicazione nel mondo del Rally, dove la "spendolata" è molto più evidente in quanto ha l'obiettivo di destabilizzare l'auto al punto da iniziare una sbandata controllata.
Lo chiamano Scatto Scandinavo, e ne puoi vedere larga applicazione in questo video...
Per lo stesso motivo, lo Scatto Scandinavo è anche ampiamente utilizzato nel mondo del Drifting, ma trova una sua applicazione molto meno evidente, ma parimenti utile, anche in pista dove viene sfruttato per migliorare l'inserimento e portare più velocità in curva.
Nel capitolo 1 ti dicevo che, se si vuole essere veloci, le curve bisogna addrizzarle; sfruttando questa tecnica è possibile sfruttare queste traiettorie più "spigolose" in modo decisamente più efficace.
Bene! Anche per oggi direi che di carne al fuoco ne abbiamo messa abbastanza..
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Noi ci rivediamo al prossimo articolo.. Ciao! 😉