martedì 25 settembre 2018

IBRIDO, PLUG-IN e TURBO ELETTRICO BREVETTATO FERRARI: Compromessi o Opportunità?


Qualche tempo fa, ci siamo lasciati dicendoci che l'auto elettrica non è l'unica soluzione possibile che consenta di sfruttare i vantaggi dell'elettrico su un auto...


Prima di esplorare la possibile alternativa dell'Ibrido, però, credo sia indispensabile fissare dei punti fermi riguardo a ciò che abbiamo già visto a proposito dell'Elettrico come tecnologia:  

  1. Le performance longitudinali sono decisamente un punto forte dei motori elettrici, le loro curve di coppia li rendono decisamente più sfruttabili rispetto ad uno a combustione con uguali picchi di coppia e potenza. Il vero problema attualmente è la capacità immaganizzativa dei pacchi batterie, tecnologia comunque in rapido sviluppo, che pone limiti importanti in termini di autonomia e peso, costringendo i progettisti a scendere a compromessi su entrambi i fronti.

  2. In termini di efficienza, sebbene i motori elettrici siano potenzialmente in grado di raggiungere efficienze altissime in condizioni industriali, nelle applicazioni automobilistiche la necessità di un motore compatto e versatile fa si che i motori abbiano una curva di efficienza variabile e in generale più bassa. In più, quando si parla di auto elettriche, bisogna considerare le efficienze di inverter, pacco batterie, stazioni di ricarica, cavi e conversione iniziale dalla fonte primaria (qualunque essa sia) ad energia elettrica: tutti effetti che creano una dispersione energetica dalla fonte primaria alla conversione finale e che avvicinano notevolmente l'efficienza di un'auto elettrica a quella di una a combustione interna (dove la fonte di energia si trova intatta nel serbatoio). 

  3. Le principali fonti energetiche per alimentare le reti elettriche sono attualmente i combustibili fossili e l'energia termonucleare. Le fonti pulite e rinnovabili ricoprono attualmente meno del 20% del fabbisogno complessivo, una percentuale che scenderebbe ulteriormente, se il parco auto divenisse interamente elettrico, dato che il fabbisogno complessivo aumenterebbe esponenzialmente e le uniche fonti che potrebbero sopperire "a comando" sono proprio i combustibili fossili. 

Ma cosa significa Ibrido?

Ibrido, per definizione, significa a metà tra 2 nature: nel caso dell'automobile, si parla di un'auto ibrida riferendosi ad un veicolo che utilizza, come sistema propulsivo, un motore termico affiancato da uno o più motori elettrici.  
Una definizione piuttosto vaga, in quanto ci sono diversi modi di affiancare le 2 tecnologie. Diamoci subito dentro, perciò, analizzando uno per uno i tipi di applicazione di questo concetto tecnologico:

La prima, classica distinzione..
Ibrido in parallelo e ibrido in serie:  


La maggior parte del parco auto ibrido circolante (è il caso, ad esempio, della Toyota Prius) è caratterizzata da una tecnologia di ibrido in parallelo, ovvero veicoli in cui entrambi i sistemi propulsivi, sia i motori elettrici che quello termico, contribuiscono al moto del veicolo applicando direttamente una coppia sulle ruote motrici. Se ci sono diverse varianti di ibrido in parallelo e le vedremo tra poco; l'ibrido in serie, invece, ha visto una diffusione minore e si può ragionevolmente ridurre, almeno per il momento ad un solo caso di studio, quello dell'Opel Ampera:


In questo caso, i motori elettrici sono gli unici ad essere collegati alle ruote, mentre il motore termico è collegato ad un alternatore e funge unicamente da generatore di corrente per ricaricare il pacco batterie: si ha perciò una serie [Carburante - Motore termico - Batterie - Motori elettrici - Ruote]  e da qui la definizione di Ibrido in Serie.  
Questa soluzione consente di utilizzare il motore termico sempre al suo regime di massima efficienza: una caratteristica che, se da una parte la rende migliore dell'ibrido in parallelo dal punto di vista proprio dell'efficienza e quindi di consumi e inquinamento, dall'altra avrà probabilmente fatto storcere il naso a diversi potenziali clienti Opel quando sono arrivati a farne un test drive... 
L'auto infatti si comporta come un'auto completamente elettrica per quanto riguarda l'erogazione della coppia, ma sentire il motore accendersi ogni tanto e girare a regime costante a prescindere da ciò che si fa con l'acceleratore dà uno strano feeling ad un guidatore abituato a guidare auto tradizionali.

Prima di dare un'occhiata a quelle che sono le diverse configurazioni possibili di ibrido in parallelo, però, è il caso di fare una seconda importante distinzione:

Full Hybrid e Ibrido Plug-In (PHEV):  

  

La sostanziale differenza tra un ibrido tradizionale (o Full Hybrid: vedi sempre il caso della Toyota Prius o dell'intera gamma Lexus) e un PHEV [Plug-in Hybrid Electric Vehicle] (come ad esempio la gamma ibrida BMW) sta nella fonte energetica.

La sola fonte energetica di un ibrido tradizionale è il carburante.
Le batterie vengono infatti ricaricate rigenerando energia in frenata nel caso di un ibrido in parallelo, aggiungendo l'azione diretta del motore termico alla frenata rigenerativa nel caso di un'ibrido in serie.

Nel caso del Plug-in, invece, al carburante si aggiunge una seconda fonte energetica: l'energia derivante dalla rete elettrica
Questa scelta progettuale consente alle case automobilistiche di ridurre la produzione di CO2 per Km dichiarata dando un'apparenza di maggiore "pulizia" e minori consumi, senza cambiare nulla della tecnologia realmente impiegata nel sistema propulsivo dell'auto. 

E' chiaro, infatti, che se si aggiunge l'energia della rete elettrica al carburante, a parità di tragitto e di performance/efficienza dei motori termico ed elettrici, sarà possibile consumare la stessa energia complessiva bruciando meno carburante e generando meno CO2. Come ho scritto, però, si tratta di un guadagno apparente: un discorso che ho già affrontato nell'articolo sull'elettrico e che si può ben riassumere nei punti 2 e 3 della premessa iniziale di quest'articolo. 

A questo punto, tornando all'ibrido in parallelo, direi che è arrivato il momento di entrare più nel dettaglio, analizzando alcune delle possibili configurazioni dei principali componenti di un'auto ibrida in parallelo:  Motore termico e trasmissione, motori elettrici, pacco batterie. 

Disposizione "classica":


Le figure fanno riferimento allo schema costruttivo della BMW Serie 7e Plug-In.
Nelle immagini è possibile vedere come lo schema del Powertrain sia esattamente lo stesso dell'auto termica [motore longitudinale, trazione posteriore] con un unico motore elettrico che va a scaricare la coppia direttamente sull'albero di trasmissione. 
Il pacco batterie è localizzato nella parte posteriore il più in basso possibile per mantenere basso il baricentro e ridurre le perdite in termini di spazio.

 La trazione integrale elettrica:


E' il caso della Honda NSX, ma un prototipo di questo tipo è stato anche sviluppato al Politecnico di Torino sulla base di una Lancia 037. 
In questo caso l'ibrido si realizza in 2 Powertrain del tutto distinti che vanno ad agire su diversi assali. Quello termico è interamente posizionato al posteriore dove troviamo il motore centrale longitudinale con annessi trasmissione e impianto di raffreddamento, sull'assale anteriore invece troviamo i motori elettrici in-board, uno per ruota per ottenere un efficace effetto di torque vectoring.  Le batterie sono posizionate dietro i sedili. Da notare che, nello specifico caso della NSX, il powertrain posteriore è a sua volta ibrido, con un motore elettrico applicato sulla trasmissione come nella disposizione "classica". 

Un discorso a parte potrebbe essere fatto, poi, per quanto riguarda le possibili interazioni tra...  

L' Ibrido e il Turbo:



Ad aprire la strada a questo tipo di applicazione è stato il concetto di MGU-H ( ↑ ), nato con le moderne Power Unit di F1 nel 2014.   
Un turbocompressore funziona secondo un concetto piuttosto semplice:
Recuperare energia dai gas di scarico, attraverso una turbina, per poi utilizzarla per comprimere l'aria in aspirazione con un compressore rotativo. Una pressione maggiore in aspirazione, infatti, significa che a parità di volume (la cilindrata del motore) ci sarà più ossigeno e questo permetterà di bruciare più carburante per ogni singolo scoppio. Il fenomeno che ho appena descritto può essere sintetizzato in un aumento dell'efficienza volumetrica del motore e si traduce in più potenza a parità di cilindrata, o a minori cilindrate a parità di potenza (il cosidetto downsizing, magari approfondirò l'argomento in un altro articolo 😉).

I due organi meccanici, turbina e compressore, sono in genere collegati da un alberino che consente di trasmettere l'energia cinetica da un organo all'altro.

Il limite di questo sistema sta nell'inerzia delle giranti: 
La portata dei gas di scarico non è la stessa a tutti i regimi di rotazione del motore e questo fa si che la turbina non possa lavorare sempre a regime, ma sia soggetta a continue accelerazioni (quando i giri motore salgono) e decelerazioni (in rilascio). Questo fenomeno, unito appunto all'inerzia delle giranti, fa si che il turbocompressore risponda con un certo ritardo agli input del pedale dell'acceleratore. E' il caratteristico fenomeno del turbo-lag. 

Nel corso degli anni sono stati studiati diversi sistemi, oggi anche molto diffusi, per arginare il fenomeno del turbo-lag e approfondire questo argomento probabilmente richiederebbe un articolo a se, ma è qui che entra in gioco l'MGU-H.

Si tratta infatti di applicare un motore elettrico sull'alberino del turbo compressore (vedi immagine) che funge da generatore quando, in rilascio, dissipa l'energia cinetica, data dall'inerzia delle giranti ancora in rotazione, trasformandola in energia elettrica che viene poi riutilizzata per dare una spinta al turbocompressore quando quella degli scarichi non è sufficiente a muovere le giranti abbastanza da permettere al motore di erogare la potenza richiesta. 
In questo modo non solo si compensa il fenomeno del turbo-lag, ma si aumenta l'efficienza dello stesso turbocompressore dato che si va a recuperare un energia, quella cinetica della turbina in rilascio, che diversamente andrebbe persa... 
... e un aumento di efficienza, come sempre, può significare 2 cose: più potenza o meno consumi.

Apoteosi di questo concetto è il nuovo sistema di...
Turbo Elettrico ideato da Ferrari:

Questo nuovo sistema può essere immaginato come un'evoluzione del concetto di MGU-H in cui viene però a mancare l'alberino di connessione. 

La turbina è collegata direttamente ad un alternatore e recupera energia dai gas di scarico al solo scopo di generare corrente per caricare una batteria. Il compressore a questo punto è azionato direttamente da un motore elettrico, alimentato dalla suddetta batteria, che viene azionato direttamente da centralina.
Il concetto appare semplice, ma nessuno ci aveva pensato prima (Ferrari ha depositato il brevetto nel primo semestre di quest'anno [2018] ) e le implicazioni in termini di performance sono importantissime: 
  1. Non ci sono momenti in cui la turbina non stia recuperando energia, da questo punto di vista l'efficienza della turbina è massimizzata. 
  2. Il turbo-lag viene completamente azzerato in quanto il compressore non viene più azionato per via di un vincolo cinematico con la turbina, ma tramite un controllo elettronico: ciò significa che è possibile far girare il compressore al massimo quando la turbina è ancora ferma. In più il motore elettrico dovrà mettere in moto una sola girante (quella del compressore) e questo riduce ulteriormente l'inerzia del sistema e il conseguente ritardo di risposta.  
  3. Pare che anche il suono ne giovi, un requisito fondamentale quando si parla di motori marchiati Ferrari. 
Verrebbe da dire che in questo modo si può avere un motore turbo con l'erogazione e il suono di un aspirato, ma in realtà è ancora meglio: sul suono non posso commentare nulla ma, per quanto riguarda l'erogazione, un controllo in tempo reale sulla pressione dell'aria in aspirazione (e quindi sull'efficienza volumetrica) significa un controllo in tempo reale sulle curve di coppia e potenza!  E scusate se è poco 😅



Bene, con questa splendida immagine si conclude questo viaggio alla scoperta dei sistemi propulsivi elettrificati. Personalmente ho un'opinione precisa sull'argomento e probabilmente, tra l'articolo sull'elettrico e questo, in alcuni passaggi sarà trasparsa. Ho scelto però di non esprimerla apertamente perchè sono convinto che, se si conosce un argomento, si è liberi di farsi un'opinione che sia propria senza essere influenzati dalla fonte delle informazioni e lo scopo di FR Tecnica è sempre stato divulgare, non influenzare. 

Cosa ne pensi quindi? 

Le auto elettriche sono davvero il futuro? 
L'ibrido è un compromesso o un'opportunità? 

Lascia la tua risposta nei commenti se ti va e, se l'articolo ti è piaciuto, fammelo sapere con un LIKE 👍

Al prossimo articolo!  Ciao 😜

3 commenti:

  1. Domanda forse stupida: il sistema di far girare un compressore con l'energia della turbina, sbaglio o riduce l'efficienza complessiva del motore rispetto all'utilizzare quell'energia per spingere le ruote? giustamente permette un guadagno in prestazioni assolute, però sostanzialmente rimarrebbe una tecnologia "da supercar" mentre per le utilitarie converrebbe comunque usare qualcosa di più simile al sistema utilizzato in F1, o semplicemente un ibrido tradizionale.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Ciao Martino!
      Direi che la tua domanda non è affatto stupida, tant'è che avevo inviato una risposta, ma rileggendola mi sono reso conto che non rispondeva davvero alla domanda.

      Per rispondere alla tua domanda credo sia fondamentale chiarire che in F1 vengono usati 2 sistemi di ibrido: da un lato l'MGU-K (o Kers) è un motore elettrico collegato direttamente all'albero di trasmissione che scarica la coppia direttamente alle ruote e recupera energia in frenata esattamente come nel caso di un ibrido tradizionale; dall'altro l'MGU-H (o Ers) è un motore elettrico collocato sull'alberino del turbo-compressore che recupera energia "fermando" le giranti di turbina e compressore in rilascio e fornisce coppia a queste ultime quando la portata dei gas di scarico non è sufficiente a farle muovere. I due sistemi perciò hanno 2 scopi diversi: Il primo fornisce un surplus di potenza al motore termico, il secondo migliora efficienza ed erogazione di quest'ultimo.

      E' importante capire che le quantità di energia in gioco nel sistema MGU-H sono molto più basse rispetto a quelle dell'MGU-K.

      Se ho capito bene, quello che tu mi chiedi è: "Considerato un sistema, analogo a quello che ho appena descritto, in cui il gruppo Turbo-Ers viene sostituito da una turbina collegata ad un generatore che ricarica le batterie; scaricare quell'energia direttamente sulle ruote attraverso il Kers (eliminando quindi il compressore) sarebbe più efficiente in termini energetici rispetto all'utilizzarle per far girare il compressore?"

      Ho scritto tutta questa introduzione unicamente perchè voglio essere sicuro di aver capito la domanda, se non ho capito bene, perciò, non esitare a correggermi ;)

      Ora, utilizzare l'energia recuperata dalla turbina per far girare il compressore, aldilà di ciò che fa l'Ers, è il lavoro che fa il turbocompressore. Il compito dell'Ers, infatti, è quello di aumentare l'efficienza del turbocompressore facendolo lavorare in un intervallo di tempo superiore.

      Eliminando il compressore, praticamente, ci troveremmo a lavorare con un motore aspirato in parallelo ad uno elettrico (il Kers). In sostanza un ibrido tradizionale con una fonte di recupero di energia in più (per altro quasi trascurabile: l'energia cinetica della girante della turbina in rilascio non è paragonabile a quella dell'auto in frenata).

      Il fatto è che un motore sovralimentato è notevolmente più efficiente di uno aspirato. E questo guadagno in efficienza pesa molto di più sull'efficienza complessiva rispetto a quanto possa fare il semplice apporto energetico dato dalla turbina.

      Se poi il compressore è attuato elettronicamente piuttosto che meccanicamente, si ha il vantaggio di poter modificare la mappa di efficienza del motore in tempo reale e con molta più libertà, aumentando ulteriormente l'efficienza di quest'ultimo anche a regimi in cui normalmente quest'ultima è molto bassa, come ad esempio in ripresa a farfalla spalancata da bassi giri.

      In sintesi, vale la pena utilizzare un po' di energia se serve per sovralimentare il motore; se poi possiamo farlo con un controllo elettronico sulla pressione di aspirazione il guadagno in termini di efficienza è ancora maggiore.

      Spero di essere stato esaustivo :)

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